L’Italia (e gli italiani) secondo i giornalisti degli altri Paesi


Un libro non può essere valutato solo per la copertina ma nel caso de Il bello dell’Italia. Il Bel Paese visto dai corrispondenti della stampa estera può essere il punto di partenza. L’autore, Maarten van Aalderen, corrispondente olandese dall’Italia per il quotidiano “De Telegraaf” e già presidente dell’Associazione Stampa Estera in Italia, dice nell’introduzione di aver voluto in copertina l’Icaro caduto dello scultore Igor Mitoraj: «Vista la situazione di crisi economica, politica e morale in cui il Paese si trova, noi giornalisti non possiamo […] far finta di non vedere i problemi e le difficoltà che lo opprimono. Ma se si osserva con attenzione la copertina, si può vedere un Icaro che cerca di rialzarsi su uno sfondo verde brillante, il colore della speranza». Van Aalderen ha perciò intervistato venticinque corrispondenti dall’Italia di altrettanti Paesi dei cinque continenti: dalla domanda «Che cosa vi piace di più dell’Italia?» è nato questo libro, un invito agli italiani a riscoprire le caratteristiche positive del nostro Paese: dalla “furbizia”, cioè l’improvvisazione creativa, alla gastronomia, dalla solidarietà nei confronti dei migranti ai paesaggi di Stromboli e di Pantelleria; dal cruciale ruolo geopolitico dell’Italia, dovuto alla sua posizione geografica nel centro del Mediterraneo, al patrimonio culturale, monumentale e artistico italiano, soprattutto della Roma antica e barocca, che ha interessato ben sette tra gli intervistati; dalla letteratura italiana, amata in Iran, al cinema in cui si rispecchiano i problemi sociali e territoriali, alla satira che li presenta in chiave umoristica e autoironica. I vari volti dell’Italia descritta dagli intervistati da van Aalderen in Il bello dell’Italia sono ben riconoscibili dal lettore autoctono: il nostro Paese appare non soltanto osservato con curiosità e interesse dal resto del mondo, ma anche (e forse soprattutto) come Paese dal quale guardare al mondo con meno sudditanza.Continua la lettura…

L’Apocalisse antimoderna di David Herbert Lawrence (1929)


di Piervittorio Formichetti Apocalisse è l’ultimo libro di David Herbert Lawrence. Scritto pochi mesi prima della morte, è un’analisi molto soggettiva dell’ultimo libro della Bibbia: secondo Lawrence, l’Apocalisse era forse un testo misterico ellenistico, modificato prima dagli Ebrei e poi dai Cristiani per diffondere un messaggio sovversivo e improntato alla cupio dissolvi, che sarebbe tipica […]Continua la lettura…

L’Epitome de Caesaribus. Analisi dell’opera nel contesto della storiografia tardoantica


Il lavoro descrive lo stato attuale degli studi circa l’Epitome de Caesaribus, un’opera storiografica scritta da un autore anonimo della tarda antichità, che getta luce su quel periodo di difficile definizione che è la fase di passaggio dalla crisi dell’Impero romano al Medioevo. Continua la lettura…