Ermo colle, Roma, inferno



Sottotitolo: I paesaggi di Leopardi

Autore: Dario Rivarossa

Dati volume recensito:

Titolo: Leopardi e il paesaggio. Atti del XV Convegno internazionale di studi leopardiani (Recanati 27-30 ottobre 2021)

Autore: a cura di G. Genetelli, I. Cesaroni, G. Marozzi

Editore: Leo S. Olschki

Anno di pubblicazione: 2024

Numero di pagine: VII + 468

Prezzo di copertina: 78,00 euro

 

Abstract:

Tre anni di lavoro hanno trasformato il quindicesimo Convegno leopardiano non in una semplice raccolta di atti accademici, bensì un libro corposo, di grande formato, che offre 35 saggi ricchi di contenuto e curati nei dettagli. Se L’infinito ha ovviamente un posto di riguardo, l’indagine si allarga al paesaggio in generale, tanto più che all’epoca la parola stessa “paesaggio” era una novità, qualcosa che si cominciava a guardare con un occhio diverso, non solo come sfondo pittorico. L’industrializzazione e la crescita demografica imponevano cambiamenti che non sempre le Marche di allora (ancora parte dello Stato Pontificio) seppero intercettare. Cosicché si scopre che il colle era “ermo” anche perché mal collegato al mare… Non solo le Marche, comunque: nonostante il proprio autoritratto di solitario come il celebre passero, Leopardi vide non poco dell’Italia, dalla Lombardia alla Campania. Il volo pindarico del poeta si conclude su un paesaggio che sembra attingere a Dante e poi ne stravolge il senso: il viaggio agli inferi del topolino Leccafondi nei Paralipomeni, poemetto che continua a sorprendere e creare interrogativi.

 

Profilo biografico del redattore:

Dario Rivarossa “ilTassista Marino” è artista (pittura, scultura, arte digitale e multimediale) e attore in fase iniziale. Nato in Piemonte, formatosi a Roma e Milano nel settore editoriale, vive a Perugia ed è innamorato della Campania, in particolare Napoli e Avellino. Con le edizioni Terebinto ha pubblicato, tra il resto, il saggio Dante fantasy e Fungosità da Yuggoth, traduzione dei sonetti di H. P. Lovecraft.

 

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