di Valentina Domenici
La ricca ed eterogenea produzione letteraria di Emmanuel Carrère, in parte raccolta in un testo di recente pubblicazione dal titolo Propizio è avere ove recarsi (Adelphi, 2017), testimonia il percorso artistico e creativo estremamente singolare di questo autore, i cui lavori si sottraggono da sempre a ogni tipo di classificazione o definizione convenzionali.
Il filo rosso che sembra percorrere, sin dagli esordi, la maggior parte delle sue opere è quello dell’autobiografia, meglio definibile, nel caso di Carrère, come “scrittura di sé”; quest’ultima non implica solo il desiderio di attingere, per la costruzione narrativa dei suoi lavori, dalla propria vita e dalle proprie esperienze personali, ma riguarda, in un senso più ampio, l’intreccio e il confine sottile tra l’uomo e lo scrittore, tra l’arte, la letteratura e la vita. Dove inizia la finzione letteraria e dove subentra il diretto vissuto di Carrère? La domanda, che può emergere tra le pagine dei suoi “non-romanzi”, resta volutamente sospesa, e appare all’autore non di rilevante importanza.
La centralità dell’elemento autobiografico si sposa, in molti casi, con uno stile particolarmente ibrido e ambiguo, riconducibile solo in parte a categorie come quella di non fiction o di autofiction, che pure sono rifiutate in modo netto dallo scrittore francese, il cui lavoro resta consapevolmente sul crinale tra la finzione letteraria e il “realismo” dei fatti, tra l’oggettività e la storicità inconfutabile degli eventi e la soggettività di chi li osserva e li racconta.
L’articolo completo è disponibile sul numero 1 (2019) di “Riscontri”
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Valentina Domenici è assegnista di ricerca triennale presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’università degli Studi Roma Tre, e docente a contratto presso l’università di Evry-Val-d’Essonne. È autrice di diversi saggi sul cinema francese contemporaneo e di alcune monografie (Il corpo e l’immagine. Il primo cinema di Philippe Garrel, Armando, 2008; Dentro e fuori il margine. La diversità culturale nel cinema francese contemporaneo, Bulzoni, 2013; All women want love. Il desiderio femminile e la decostruzione del romance nel cinema di Jane Campion, Armando, 2015).