Il libro autobiografico di Marcella Olschk
Dario Rivarossa
Titolo: Essere liceale ed ebrea nel 1939
Sottotitolo: Il libro autobiografico di Marcella Olschki
Abstract: Che cosa significava andare a scuola all’epoca del fascismo? Subire il lavaggio del cervello? Macché. Basta ripercorrere le testimonianze dell’epoca per rendersi conto che il clima in classe era tutt’altro. Ce lo ricorda la fiorentina Marcella Olschki (1921-2001) nel romanzo pimpante ma rigorosamente autobiografico Terza liceo 1939, appena ripubblicato dalla casa editrice che ne porta ancora il nome, fondata dall’antenato Leo. Libro vincitore del premio Bagutta opera prima nel 1954. Tante le allegre scene goliardiche, acuta l’analisi sociale. Solo che la scrittrice era per metà ebrea, e questo le causò dei problemi. Niente affatto qualche forma di ostilità da parte dei compagni di classe “ariani”, ma una volta l’atteggiamento intimidatorio da parte di un docente, quasi un ricatto sottinteso. E soprattutto, un’altra volta: finita la scuola, a un “Signor Professore” particolarmente tirannico – oggi diremmo mobbizzante – Marcella invia per scherzo una cartolina che raffigura il carcere di Portolongone, quello per ergastolani, nel senso che sarebbe stato il posto più adatto per lui. Già, ma, nel clima di quegli anni, l’astioso interessato querela la ragazza…
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