Chevalier et heremite: due mondi culturali irriducibili nel Chevalier au barisel



Titolo: Chevalier et heremite: due mondi culturali irriducibili nel Chevalier au barisel

Autore: Alessia Vacca

Numero Rivista: 3 (2022)

Abstract: L’anonimo racconto dal titolo Il Cavaliere del barilotto del XII secolo, scritto nella Francia settentrionale, è ascrivibile al genere narrativo dell’exemplum, in quanto mira a fornire un insegnamento pedagogico-morale. Narrare implica comunicare esperienze collegate sia nello spazio che nel tempo, possibilità aperte nell’oralità come nella scrittura: lo scopo principale dei racconti brevi non è solo commuovere ma soprattutto intrattenere il pubblico e le potenzialità narrative esplodono solo nel finale. I protagonisti della vicenda sono due: il primo è un cavaliere peccatore, misogino ed amante della carne anche quando dovrebbe astenersi per i divieti imposti dal cristianesimo durante la quaresima; il secondo è, invece, un vecchio e saggio eremita. L’incontro fra i due comporterà un radicale cambiamento nella vita del cavaliere, il quale, attraverso un iter catartico, arriverà a pentirsi delle proprie malefatte, divenendo pio. La prova centrale che il cavaliere deve superare per redimersi consiste nel riempire d’acqua un piccolo barilotto: dopo aver tentato innumerevoli volte invano, dopo un anno sopraggiunge l’unica possibile soluzione: un sincero pianto dell’uomo. Esistono quattro ms. francesi che tramandano tale racconto, più un brevissimo frammento inglese, conservato ad Oxford: in Italia esiste la cosiddetta filiazione toscana, edita da F. Zambrini, in cui la vicenda è leggermente modificata rispetto all’originale ma reca il medesimo messaggio edificante.

 

Profilo biografico: Alessia Vacca, nata il 26/8/1996, ha conseguito la maturità classica nel 2015 e la laurea in Filologia e Letterature Classiche e Moderne nel 2021 all’Università di Cagliari. Si è formata in modo particolare sulla narrativa edificante francese e il teatro sardo seicentesco.

 

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