Pasolini, la “mania della pedagogia”, la “questione meridionale”: abolire la scuola per riformarla



Autore: Paolo Saggese

Abstract: Partendo dalle ultime acquisizioni sul rapporto tra Pasolini e la pedagogia, oltre che dagli scritti dell’intellettuale corsaro, di natura diaristica e giornalistica prevalentemente, Saggese analizza alcuni dei temi centrali del pensiero dell’intellettuale: la società dei consumi come nuovo e vero “fascismo”, la televisione e la scuola pubblica come strumento di conformismo e del nuovo “fascismo”, l’abolizione o momentanea interruzione dell’istruzione per riformarla, la necessità di rifondare con essa una pedagogia viva, vicina alle esigenze dei giovani e della vita, “autentica”, contraria ad ogni forma di autoritarismo e di coercizione, vicina agli interessi degli studenti, fondata sulla relazione educativa.

Attraverso i suoi scritti anche frutto di provocazioni (come si può pensare di abolire la scuola e non distruggere il futuro soprattutto delle classi popolari?) Pasolini già prefigurava il futuro delle società occidentali, che riducono i cittadini a meri consumatori in un “villaggio globale” trasformato in un luogo finalizzato all’“impietrimento” delle anime.

Profilo biografico: Paolo Saggese, dirigente scolastico, meridionalista, intellettuale militante, tra l’altro direttore scientifico del Centro di documentazione sulla poesia del Sud, è autore di più di settanta volumi dedicati, ad esempio, a Guido Dorso, ad Antonio Gramsci, a Francesco De Sanctis, a Rocco Scotellaro e a molti poeti del Sud e del Novecento italiano, alla storia del meridionalismo (Giustino Fortunato, Umberto Zanotti-Bianco, Nitti, Carlo Levi, Manlio Rossi-Doria …), alla scuola e al rapporto tra quest’ultima e la questione meridionale. Autore anche di romanzi brevi sulla corruzione, ha dedicato molto sue energie al tema della “damnatio memoriae” della poesia del Sud.

   

 

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