di Alessandro Ruffo
Nel 1798 Napoleone pianifica la conquista dell’Egitto basandosi sui testi degli autori classici e degli orientalisti moderni, identificando in toto il paese ivi descritto con quello reale. Questa tendenza, definita “atteggiamento testuale”, gli impedisce di comprendere realmente gli egiziani contribuendo al fallimento della spedizione e impedendo l’instaurarsi di un rapporto di fiducia tra conquistati e conquistatori, fondamentale per garantire il perdurare dell’occupazione francese. La più grande mancanza si ha nei confronti dell’Islam, religione che Napoleone sfrutta per la sua propaganda in loco ma di cui contraddice, nella pratica, perfino i principi più basilari, attirandosi il sospetto e la rabbia dei fedeli musulmani. Ciononostante la Campagna d’Egitto passerà alla storia, grazie alla codificazione offertane nelle memorie di Napoleone e nella monumentale Description de l’Ègypte, come il successo che avrebbe dovuto essere invece che come il mezzo disastro che fu, contribuendo al rafforzarsi di quegli stessi stereotipi che ne erano alla base.
L’articolo completo è disponibile sul numero 2-3 (2018) di “Riscontri”
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Alessandro Ruffo si è laureato in Scienze Storiche presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II nel 2017 con una tesi dal titolo “L’Egitto e l’Occidente – Percezione dell’Altro nell’Europa del XIX e di inizio XX secolo”. È giornalista pubblicista e attualmente collabora per la rivista di approfondimento culturale La COOLtura (http://www.lacooltura.com/) in qualità di Caporedattore della sezione Fumetti. Inoltre dall’inizio del 2018 collabora alla trasmissione di divulgazione storica Passato e Presente di Rai Cultura.