Un secondo “Vesuvio” per il Leopardi della Ginestra



Titolo: Un secondo “Vesuvio” per il Leopardi della Ginestra.

Sottotitolo: Una fonte irpina: il precedente di Marciano Di Leo

Autore: Mario Gabriele Giordano

Abstract:

Nell’ambito della ricerca sulle fonti che hanno ispirato Giacomo Leopardi, il saggio apre una nuova prospettiva esplorativa, focalizzandosi su “La Ginestra” e le possibili influenze del poeta irpino Marciano Di Leo. Secondo l’indagine condotta, emerge che l’ecosistema letterario di Leopardi trascende l’ammirazione per i canonici “giganti” della letteratura per accogliere anche le voci meno risonanti ma significative del suo tempo, ribadendo la natura dinamica dell’arte che incessantemente assimila e rielabora la tradizione.

L’analisi dettaglia come Leopardi potrebbe aver attinto dal lavoro di Di Leo, un autore che, pur essendo marginalizzato nel pantheon letterario, offre una descrizione viscerale e penetrante dell’eruzione del Vesuvio del 1779. Questa eruzione, testimoniata da Di Leo e caratterizzata da una vividezza e un dramma senza precedenti, potrebbe aver fornito a Leopardi materiale descrittivo per la sua riflessione sulla distruzione e sulla condizione umana, come espresso in “La Ginestra”.

L’articolo argomenta che, nonostante Leopardi potesse aver osservato il Vesuvio durante il suo soggiorno a Napoli, è l’interpretazione emotiva e la ricostruzione letteraria di Di Leo a fornire quella profonda comprensione emotiva e descrittiva che Leopardi avrebbe poi trasfuso in versi immortali.

 

Acquista il numero per leggere l’articolo completo

In primo piano

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *