intervista a cura di Carlo Crescitelli
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Annamaria, come sai ti avremmo voluta volentieri con noi per la prima edizione di “Riscontri d’autore”, a maggio prossimo, qui ad Avellino, ma… non ci arrendiamo, e perciò facciamo proprio come se tu fossi fisicamente nostra ospite in uno dei salotti letterari che avevamo programmato. E lo facciamo nel nostro stile, in modo diverso dal solito, senza i luoghi comuni o le banalità che spesso ricorrono in queste occasioni: per te abbiamo pensato ad una libera chiacchierata nella quale parleremo non solo di te e del tuo romanzo, ma anche delle tue opinioni su questo mondo del libro che condividiamo da angolazioni diverse, e che sicuramente interessano sia il tuo che il nostro pubblico. E allora, incominciamo.
- “L’altra metà di me”… parliamo di una storia d’amore, giusto? O di una storia di vita? O di tutte e due? La lettura del tuo libro mi ha convinto che per la tua personale sensibilità di autrice è decisamente complicato scindere l’una dall’altra, vero? Ma sono davvero tutte e due importanti alla stesso modo? O invece è l’amore che vince sempre su tutto? Che cosa ne pensa Aurora Parisi, la tua protagonista?
Ciao Carlo, devo dire che per me è un onore ricevere un’intervista da te. Per questo ti ringrazio per questa occasione.
Sì, si parla di una grande storia d’amore, ma si può parlare anche di una storia di vita. Si parla dei tanti sogni, di quelli che se ci credi davvero possono diventare realtà. Questo libro parla della speranza, del destino, un destino che molte volte può prendere delle strade particolari. Parla dell’amore con la A maiuscola, di quell’amore che supera ogni barriera, ogni difficoltà. Dell’unico amore che il destino ha scelto per noi sin dalla nascita. Dell’altra metà di noi, quella che ci completa perfettamente. Parla di lottare in ogni modo, con tutte le forze possibili per riuscire ad averla accanto, per sentirne il profumo nell’aria. Ecco, questo libro parla di come il destino che molte volte può essere cattivo, alcune volte riesce a regalarti quello che hai sempre atteso… l’amore vero. Hai ragione quando mi chiedi se è complicato scindere le due parti. Personalmente posso dirti che non è stato difficile per me, perché in questo libro ho lasciato parlare la parte più importante di me, la mia anima, il mio cuore. Io credo nell’amore e nell’essere
sempre se stessi, nonostante il mondo ci chieda di essere diversi. Io in queste pagine sono stata me stessa come lo sono nella realtà di tutti i giorni. Senza nascondere niente e senza modificare quello che sento, e quello che sono. Nella vita sono importanti tante cose, ma l’amore e la vita sono due cose che combaciano e che camminano l’una al fianco dell’altra. Credimi Carlo devono farlo, perché se nella vita non ci fosse l’amore, sarebbe come viaggiare nel mare senza avere un punto di arrivo. E come essere dei robot che fanno tutto meccanicamente senza sentire niente, e senza desiderare niente. Ma noi esseri umani non lo siamo. Per questo ritengo di rispondere alla tua domanda se l’amore vince sempre su tutto: sì… l’amore spesso vince su tutto. Sulla cattiveria, sull’egoismo, sulla crudeltà. Deve vincere, dobbiamo lasciare che vinca, perché quando questo accade, ci sentiamo pieni, sentiamo il nostro cuore battere, lasciamo che l’amore ci riscaldi l’anima. Purtroppo spesso succede che le cattiverie e le cose negative prendano il sopravvento, ma quello che dobbiamo imparare è che anche quando tutto ci sembra perso, quando crediamo che non ci sia speranza, dobbiamo solo mettere la mano sul petto e sentire il nostro battito per capire e per tranquillizzarci che tutto andrà bene, che non dobbiamo perdere mai la speranza, che dobbiamo farci avvolgere dall’amore, l’unica forza al mondo che può salvare tutto. Queste parole, Carlo, tutto quello che ti ho detto, sono sicura che Aurora te lo direbbe come me. Aurora è una sognatrice, una ragazza che crede nell’amore, e nei sogni. È una persona umile, anche se il destino le ha fatto sognare e incontrare la sua perfetta metà, e poi la lascia lì in attesa che il suo sogno si avveri. Lei non demorde, attende, perché sente dentro di lei che il meglio deve ancora arrivare, sa che l’amore può un giorno essere talmente forte da portare la sua dolce Emma tra le sue braccia.
- Continuiamo ad affrontare lo stesso discorso, ma stavolta da un punto di vista un pochino più tecnico. “L’altra metà di me” è il tuo romanzo d’esordio. Quanto è stato difficile, o viceversa facile, raccontare e mettere in gioco te stessa attraverso i tuoi personaggi? Il vissuto di ognuno di noi è sempre unico e speciale, e dunque lo è anche il tuo. Magari però le storie d’amore sono tutte belle allo stesso modo, e quindi la tua storia è anche una storia universale: tu che cosa ne pensi?
Si, come ti ho detto anche prima, ho messo tutto di me in queste pagine. Ho preso molto spunto dalle mie esperienze di vita. Il mio libro lo chiamo “il mio bambino”, perché, anche se è il mio primo libro, ci ho messo tanto di me. Non è la mia biografia, non ha niente a che fare con la mia vita privata, ma quello che sento, i miei ideali, come vedo l’amore, come vedo la vita, vi si rispecchiamo tanto . Credo che ogni autore che parli d’amore, o che scriva un libro d’amore, si basi anche su quello in cui crede. Devo essere sincera, non è stato per me tanto difficile scriverlo, mi sono io stessa meravigliata, nel vedere come le pagine scorrevano, come tutto combaciava perfettamente. La difficoltà però l’ho trovata nel creare i personaggi. Desideravo che ognuno di loro avesse una personalità. Ho cercato di creare delle persone, plasmandole prima nella mia mente e poi descrivendone la figura. Per esempio Mike, il migliore amico di Aurora. Lui è un ragazzo che mostra a tutti di essere forte, attraente. La sua forza si basa sul fatto che ogni donna gli cade ai piedi. Ma nella realtà è un ragazzo comune come tutti, con sentimenti, e con debolezze. E gli basta conoscere Sara, per smarrire la strada, per ritornare con i piedi per terra. Se ci guardiamo intorno, quanti ragazzi come lui esistono? Ce ne sono tanti… lui per esempio è un grande amico, uno di quelli che chiunque desidererebbe avere accanto, uno di quelli che ti tiene la mano in qualsiasi momento. Per questo confermo che per me è stato difficile creare tutti i personaggi. Mentre scrivevo desideravo che ogni persona che leggesse il mio libro si innamorasse o si rispecchiasse in uno di loro. L’ho sempre detto a chi mi ha chiesto se questa storia può essere paragonata o presa come una storia reale. Ho sempre risposto che sì, questa storia è di tutti, ed è per tutti. Nel libro ho scritto anche che forse qualcuno si potrà rispecchiare in queste parole, forse qualcuno troverà la forza per fare qualcosa che non ha mai osato fare. Forse le mie parole aiuteranno persone che hanno perso la speranza, o forse daranno loro il coraggio di dichiararsi. Non lo so, ma spero che le mie parole possano aiutare tanta gente, e che queste parole possano riscaldare i cuori di ognuno di voi.
- Dopo di averti letta, se io dovessi catalogare le tue pagine, personalmente lo classificherei all’interno del genere della narrativa con intenti morali e filosofici. Alla Hermann Hesse, per capirci. Me lo hai ricordato molto, nell’ispirazione, nel modo di presentarsi e di dialogare dei tuoi personaggi, nella loro costante attenzione e tensione ai loro percorsi individuali di crescita interna e di relazione, persino nelle loro identità di profilo germanico/mitteleuropeo… tu ti ci ritrovi, in questa assonanza letteraria che io vedo? E se magari non fosse Hesse, parlaci tu allora, di una bella storia d’amore che hai letto, che hai amato e che potresti aver preso a riferimento per quella che hai raccontato nel tuo libro.
Grazie Carlo per avermi paragonato ad un grande poeta e scrittore come Hermann Hesse. Purtroppo ho riscontrato che molti non conoscono questo grande artista. Anch’io, l’ho conosciuto tardi. Amo le sue poesie, per esempio questa:
Ma la cosa migliore non furono quei baci
E neppure le passeggiate serali, o i nostri segreti.
La cosa migliore era la forza che quell’amore mi dava,
la forza lieta di vivere e di lottare per lei,
di camminare sull’acqua e sul fuoco.
Potersi buttare, per un istante, poter sacrificare degli anni
per il sorriso di una donna:
questa si che è felicità, e io non l’ho perduta
Un grande Artista dell’amore. Credimi, è un onore per me essere paragonata a lui e al suo modo di osservare, creare, e credere nell’amore. Nel mio libro non mi sono ispirata a niente in particolare, la mia ispirazione l’ho presa da tanti poeti: come avrai letto ci sono molte citazioni. Con il loro modo di credere nell’amore e di viverlo, con il loro modo di scrivere si sono perfettamente combaciati al mio pensiero, e al mio modo di sentire l’amore e i sentimenti. Per questo li ringrazio di aver lasciato quelle pagine che mi hanno ispirato.
- Nel libro ci sono tante canzoni, che di volta in volta emozionano i protagonisti e in un certo senso guidano le loro decisioni più difficili. Inoltre, sappiamo che tu disegni e dipingi, e che hai realizzato da sola la copertina del libro. E che la tua pagina Facebook è una vetrina dei tuoi lavori figurativi. Parlaci un po’ di questi interessanti aspetti complementari della tua produzione artistica.
Io amo leggere, amo disegnare, ma soprattutto amo scrivere. Amo l’arte in tutte le sue forme. Quando disegno cerco sempre di lasciare una parte della mia anima in ogni quadro. Mi è stato detto spesso, dalle persone che possiedono i miei quadri, che quando si trovano in situazioni difficili, o se sono semplicemente seduti sul divano nel silenzio e guardano un mio quadro, riescono a percepire la mia anima. Per queste persone è come se un pezzo di me vivesse in quel disegno in bianco e nero, e come se in un certo qual modo quella sensazione conferisse loro calma e calore. Questo mi è stato detto tante volte, tanto da spingermi a domandarmi cosa avessi di tanto speciale. Io credo che ogni persona nasca con uno scopo nella vita, con un dono. Io sono umile nel dire che non so quale dono io abbia, ma se tante persone percepiscono questo nei miei quadri, o nelle parole che scrivo, forse vuol dire che il mio dono è quello di donare calore e calma in ogni cosa che faccio. Non lo so, questo è quello che suppongo. Per quanto riguarda la musica e i testi musicali delle canzoni, posso dirti che sì, influenzano molto la mia vita. Succede ogni giorno, e penso che per chiunque ci sia sempre una canzone o una melodia che in qualche modo sente parte di sé, della sua esperienza. Io, quando scrivo, amo ascoltare musica per pianoforte, come per esempio Yiruma, “River Flows In you”, oppure George Davison, “Marriage amour”. Questo mi aiuta a rilassarmi, mi ispira, spesso mi aiuta a trovare le parole giuste. Parole che forse non verrebbero se ascoltassi altra musica.
- Inquadriamo il pubblico delle tue lettrici e dei tuoi lettori: quello della rete, e quello che magari incontri di persona ogni giorno. A chi idealmente ti rivolgi quando scrivi?
Io mi rivolgo a tutti. Le mie parole sono destinate a tutti quelli che credono in qualcosa, che hanno degli ideali, che credono nell’amore. Mi rivolgo a tutti quelli che lottano per qualcosa, a quelli che vengono derisi, ai tanti ragazzi e ragazze che lottano per essere quello che sono. Mi rivolgo a tutte quelle persone che vengono discriminate perché sono omosessuali. Perché la società non le accetta, perché la società desidera cambiarle. Le parole di questo libro ti invitano ad essere sempre te stesso. A non cambiare per nessuno. A dimostrare amore e rispetto per tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla nazionalità, indipendentemente da chi si desidera avere accanto, dal colore della pelle, o dalla religione. Le mie parole sono per tutti, per ogni persona che voglia prenderle e farle sue. Perché forse alcune situazioni le sta vivendo lui o lei stessa/o. Perché forse si rispecchia in esse. Ecco, il mio libro è per tutte queste anime.
- Per concludere, mi piace farti alla fine la domanda che forse tutti ti fanno all’inizio: del resto te l’avevo anticipato, che sarebbe stata una chiacchierata un po’ fuori dagli schemi. E perciò, ringraziandoti della tua disponibilità e sollecitandoti un ultimo contributo alla nostra discussione, ti chiedo: alla luce di quello che scrive, chi è oggi Annamaria Bovio? Presentati qui in chiusura ai lettori di Riscontri, collegando e sintetizzando per loro quello che già sanno di te dalle tue precedenti risposte e dagli argomenti sinora affrontati. In modo da salutarli lasciando detto loro quel che tu più vorresti.
Anticipo che prima di tutto voglio tornare a ringraziarti, Carlo, per questa intervista. Ha fatto tanto piacere anche a me parlare con te, e spero ci saranno altre occasioni.
Mi chiedi chi è Annamaria Bovio: io sono una persona come tutti. Una ragazza che crede e vede il buono in ogni persona. Una ragazza che sogna un mondo migliore, e che cerca con le sue parole o i suoi disegni di lasciare un po’ d’amore nella gente di oggi. Sono una persona semplice. Nella mia vita quello che cerco ogni giorno di fare è di sorridere sempre. Anche se tutto può essere difficile, anche se ogni cosa o ogni problema possono offuscare la visuale, io sorrido sempre. Sul lavoro i miei colleghi mi chiamano “il sole”, sai perché? Perché non c’è giorno che io non sorrida. Mi dicono che il mio sorriso riesce a cambiargli la giornata. Se capita che la mattina si sono alzati di cattivo umore, o se c’è un problema che li assilla, quando arrivano in cantiere, e mi vedono sorridere, il loro umore cambia. Affrontano la giornata con un altro sguardo, affrontano la vita con positività. Non dico che io non ho problemi, o che non soffro. Anch’io sono una persona come tutte le altre. Un giorno qualcuno mi disse una frase che non dimenticherò mai: “Ricordati sempre che il cielo è sempre blu sopra le nuvole, sorridi sempre, anche quando tutto attorno a te è buio, tu sorridi, perché il tuo sorriso sarà la tua forza, esso ti aiuterà a risolvere molte situazioni, anche quelle difficili. Molte volte piangerai, ma non smettere mai di sorridere”. Ed io lo faccio sempre, molte volte è tanto difficile farlo, alcune volte non risolvo nessun problema, ma, quando sorrido, avverto un’altra forza dentro di me. Come ho detto, io sono una persona come tante. Il mio desiderio più grande è quello di riuscire a far ascoltare le mie parole, desidero che il mio libro entri in molti cuori. Desidero che le mie parole non si perdano nel vento, ma che entrino nei cuori di tutti. Nell’attesa, il mio secondo libro è già in stesura. Il seguito di “L’altra metà di me” è già a buon punto. Per questo spero che il mio primo lavoro sia come le fondamenta di una casa, così da completare il mio primo lavoro con il secondo.
Spero nel vostro appoggio, e nella vostra partecipazione. Spero che i tanti che lo leggeranno mi aiuteranno a condividerlo in modo da farlo leggere anche ad altri.
Vi ringrazio per tutto, per darmi questa possibilità di parlare d’amore e di vita.
Annamaria Bovio, L’altra metà di me (Apollo Edizioni)