I sentieri del sacro nei testi cinematografici pasoliniani



Titolo: I sentieri del sacro nei testi cinematografici pasoliniani

Autore: Michele Bianco

Abstract: Lo studioso propone un’originale riflessione sull’idea di ‘sacro’, quale si configura nelle sceneggiature, nei trattamenti e nei soggetti cinematografici di Pasolini, tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso: un tema che, espresso o taciuto, diventa il fil rouge, quasi un’ossessione, nei vari momenti della vita e dell’esperienza intellettuale dello scrittore. L’Autore si inoltra in un territorio arduo, muovendosi all’interno di una fitta trama di riscontri intertestuali. Nel cammino seguito dal sacro lo studioso individua alcune fasi fondamentali: a una prima, legata all’influsso di Ernesto de Martino, segue, con la lettura di Mircea Eliade, la scoperta del sacro come ierofania: le cose gli appaiono ora come rivelazioni del sacro, e sacri sono per lui la sessualità libera in Teorema, il cannibalismo in Porcile o la magia sanguinaria di Medea. Il sacro si presenta ora come una realtà fatta di superstizioni e di credenze, di ingenuità ma al tempo stesso di violenza. Si arriva così, dopo una filmografia d’élite, a una fase successiva, segnata dal trionfo vitalistico, che ispira, dal ’70 in poi, alcuni suoi capolavori: un percorso complesso che porta Pasolini a identificare il sacro con la realtà stessa, anche nella sua dimensione profana. Lo studioso sviluppa il discorso sul sacro intorno a tre elementi fondamentali: passione, capro espiatorio, centralità dei corpi. Dove alla “passione” intesa come “capro espiatorio”, ben evidenziata nel Vangelo secondo Matteo, si connette il tema del ‘pasto rituale’ e del ‘cannibalismo’, che torna ad esempio in Uccellacci e uccellini, o in Porcile, dove il cannibalismo diventa atto di protesta e affermazione di una diversità.  Lo studioso propone, entro questi termini, la sua lettura del ‘sacro’, individuando un punto di sutura proprio con la sacralizzazione tout court di tutte le ‘cose’, compiuta da Pasolini nella sua produzione filmica, prima di arrivare, con l’incompiuto progetto della “trilogia della morte”, alla negazione di ogni sacralità.

Profilo biografico: Michele Bianco ha svolto attività di docenza, in Bioetica e Filosofia morale, presso l’Università degli studi di Bari. Studioso versatile, dantista, teologo, i suoi interessi spaziano dalla Filosofia alla Letteratura, dalla Sacra Scrittura alla Teologia, con approcci multidisciplinari e chiavi di lettura originali che conferiscono carattere innovativo alle sue ricerche. È autore di saggi storici, filosofici e teologici. Tra i numerosi contributi: Lev Shomeá (1 Re 3, 9). “Un cuore ascoltante”. Da Dante a Luzi. Epifania del divino, ierofania e amor di Patria (2018); L’estetismo nella poesia di Giovanni Pascoli (2020); Dant_Tropìa. Approccio retorico ai versi mariani del ‘sacrato poema’ (2022); L’incanto dell’oltre. Dalla sacra scrittura alla poesia religiosa di Carlo Betocchi (2022). In corso di stampa un corposo volume sulla poesia di Girolamo Comi.

   

 

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