Da Vienna a Belgrado: “Il Frate e il Principe” di Luigi Del Mauro



Intervista a cura di Gianluca Amatucci

 

Il Frate e il Principe di Luigi Del Mauro ci immerge nelle profondità di uno degli assedi più emblematici della storia: quello di Vienna del 1683. Con una narrazione che intreccia abilmente il destino di due figure straordinarie, l’autore esplora il delicato equilibrio tra fede e strategia militare che ha definito il corso degli eventi tra l’Impero Asburgico e l’Impero Ottomano.

Pubblicato nella prestigiosa collana Ιστορια (Terebinto Edizioni), questo volume, numero 9 della serie, si distingue per il suo approccio unico alla storia, offrendo un’analisi approfondita e coinvolgente di personaggi che, sebbene separati dal loro ruolo sul campo di battaglia, condividono una comune determinazione e visione. Da un lato, Eugenio di Savoia, celebrato stratega la cui astuzia e coraggio hanno lasciato un segno indelebile nella storia militare europea; dall’altro, Marco d’Aviano, figura spirituale di spicco, il cui impatto va ben oltre i confini del convenzionale.

Come nasce l’idea di scrivere “IL FRATE E IL PRINCIPE”?

L’idea nasce dopo aver scritto la tesi della Laurea Magistrale, il progetto mi ha consentito di analizzare diversi aspetti del conflitto tra Impero Asburgico e Impero Ottomano del 1683. In particolare, l’attenzione è ricaduta sui due personaggi che hanno ispirato il titolo del mio lavoro, ma anche sulle loro vite e su come hanno rovesciato le sorti di un conflitto che sembrava segnato e già deciso.

Quali sono gli autori che hanno influenzato la sua scrittura, se ce ne sono.

Più che parlare di autori ripenso alle figure che mi hanno seguito e mi hanno ispirato. Ovviamente parlo dei docenti che ho incontrato lungo il cammino universitario, ma anche dei numerosi intellettuali ai quali ho chiesto confronti e informazioni indispensabili. A loro devo il modo con cui ho lavorato in questi mesi, facendo della curiosità e della volontà di ricerca le mie armi migliori. In pratica dove trovare le informazioni giuste e come utilizzarle al meglio.

Trattando degli Asburgo dall’assedio di Vienna alla riconquista di Belgrado (1683-1717) c’è un episodio che l’ha impressionata in particolare?

Senza dubbio l’arrivo di padre Marco d’Aviano a Vienna. Nel giro di poco tempo quella che sembrò essere una sconfitta ormai imminente si trasformò in speranza, per poi diventare uno dei più grandi successi militari dell’Impero Asburgico. Ma allo stesso tempo mi viene in mente anche il primo incontro tra il cappuccino e il giovane Eugenio, i due protagonisti di questo momento storico.

Per chi si avvicina alla lettura dei romanzi storici quale può essere la “molla”, la chiave di volta per accrescere questa passione?

Senza dubbio la curiosità. Conoscere il passato per comprendere il presente è sicuramente un grande obiettivo per chi studia e insegna storia. Ma credo che sia altrettanto importante conoscere come si viveva un tempo, lontano o vicino. Il tutto non solo leggendo o carpendo quante più informazioni possibili, ma anche viaggiando e esplorando fisicamente i “palcoscenici” della storia.

I personaggi del suo romanzo hanno caratteristiche particolari. Come ha deciso di tratteggiarne le figure?

L’anello di congiunzione delle due figure citate in precedenza è stato il conflitto a cui hanno preso parte, ma anche le loro storie. Se ne leggessimo una per poi cimentarci nella lettura dell’altra, sembrerebbe quasi un percorso al contrario. Tuttavia, ho trattato i due protagonisti anche grazie al senso di motivazione e di fiducia che sono riusciti a restituire al popolo viennese.

La fede e le armi nel corso dei secoli hanno sempre avuto una parte predominante anche nelle ragioni delle guerre.

Senza dubbio, purtroppo quello che sembra lontano o antitetico spesso trova un punto di incontro. Potremmo elencare molti conflitti che hanno visto il binomio fede/armi, alle volte anche più vicini a noi di quanto si può pensare. Per non parlare, poi, di come la storia cambia in maniera significativa dopo un conflitto scandito dai due elementi citati…

L’assedio di Vienna è stato tema della sua tesi in Storia Moderna. Tutto parte dalla passione per la ricerca storica?

Sì, ma non solo. Come ho già risposto in precedenza, dietro questo lavoro ci sono anche i confronti e gli incontri che hanno reso ancora più avvincente questo percorso. Mi piace pensare che “Il Frate e il Principe” sia la sintesi di un percorso che indubbiamente mi ha arricchito e motivato a percorrerne altri.

Che rapporto ha con la sua casa editrice?

Con il Terebinto e con Ettore ho avuto da subito un rapporto ottimo, basato sull’intesa e sulla volontà di crescere sempre di più con la mia attività di ricerca. Grazie a questa casa ho avuto modo di confrontarmi con molte persone e di ampliare i miei orizzonti nella ricerca storica.

Progetti futuri?

Ovviamente la mente è già proiettata verso i prossimi obiettivi e verso altri progetti che mi piacerebbe realizzare con Ettore e il Terebinto. Innanzitutto, vorrei approfondire altri aspetti di questo percorso di ricerca, incentrando l’attenzione sul mare Adriatico inteso come anello di congiunzione tra l’Impero Asburgico, l’Impero Ottomano e la Repubblica di Venezia. L’auspicio più grande è quello di concretizzare questo studio e di rendere sempre più proficuo il mio sodalizio con il Terebinto!