Pandemia e nuova antropologia politica

In molti hanno analizzato le analogie e le differenze tra l’attuale pandemia e i tanti morbi che, nella storia, hanno afflitto l’umanità. Interessanti e acute analisi di confronto sia degli aspetti sanitari che di quelli socio-economici. Dalla peste di Atene fino all’influenza spagnola del XX secolo, passando per le grandi pestilenze medievali e moderne. Nonostante le incolmabili differenze – per varietà della malattia e periodo storico – ciascun episodio si rivela utile oggetto di riflessione. In particolare potrebbe essere utile ripercorrere la Storia della colonna infame, pagine manzoniane dal grande significato etico sui protagonisti involontari di quasi ogni epidemia: i cosiddetti untori, che oggi si definiscono come “irresponsabili”. Fondamentale capro espiatorio anche dell’attuale, e completamente fallimentare, gestione pandemica.

In pochi, però, hanno notato e messo opportunamente in evidenza un elemento completamente inedito rispetto al passato. La privazione di una risorsa il cui godimento appartiene da sempre a tutta l’umanità, a prescindere dalle coordinate geografiche e culturali, e che in quanto tale è stata oggetto di profonde indagini filosofiche.

Ettore Barra è dottore magistrale in Scienze Storiche, specializzato in Storia medievale e rinascimentale. Si interessa anche di storia del Cristianesimo e di storia del pensiero e delle dottrine politiche, con particolare attenzione per il ’900. È il direttore di “Riscontri”, con il Terebinto Edizioni ha pubblicato i volumi: Tommaso d’Aquino e l’eternità del mondo (2015); Il pensiero politico di Costantino Grimaldi: Inquisizione e conflitto giurisdizionale nel Regno di Napoli (2017). Inoltre ha curato l’edizione critica del manoscritto inedito di Grimaldi Apologia contro la bolla di censura della Curia romana (2017).


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