Il dovere della poesia: Pasolini e Giudici nell’Italia del consumo



Autore: Angelo Fàvaro

Abstract: L’articolo propone di tracciare le linee di un rapporto tra Pier Paolo Pasolini e Giovanni Giudici, accomunati da una concezione civile della poesia, pur mantenendo stili e percorsi esistenziali propri e differenti. I punti di contatto tra i due autori vengono rilevati nell’educazione cattolica ricevuta dalle madri, nell’influenza degli spostamenti familiari e nell’attenzione alla trasformazione sociale dell’Italia del secondo dopoguerra. Entrambi rifiutano l’ermetismo e lo sperimentalismo più estremo, cercando una forma poetica capace di dialogare con la realtà contemporanea. Pasolini trasforma la sua poesia in un grido politico e provocatorio, mentre Giudici adotta un tono più pacato ma altrettanto incisivo nel denunciare l’alienazione dell’uomo moderno. Il loro incontro avviene nel 1955 a Roma, ma il rapporto resta distaccato, caratterizzato da una stima critica reciproca piuttosto che da una vera amicizia.

Profilo biografico: Angelo Fàvaro è professore incaricato di Letteratura italiana, presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Ha curato volumi dedicati a Moravia. Si occupa e ha pubblicato lavori di letteratura teatrale, comparatistica letteraria, studi inerenti alla mediterraneità europea. È membro del comitato scientifico afferente al Comitato Nazionale Pasolini100. Ha pubblicato il volume: 6 domande a giovani poeti su Pier Paolo Pasolini (Delta3 edizioni, 2022). Da ultimo, «È proprio vero che la mamma è la migliore delle società». Ippolito Nievo e Adele Nievo Marin: vita, letteratura e storia (in appendice il carteggio con lettere edite e inedite) (Franco Cesati Editore 2025).

   

 

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