Il libro di Raffaele Sinno offre al lettore un percorso di approfondimento di tematiche complesse che, nel dibattito pubblico, finiscono sempre per essere banalizzate in modo strumentalmente ideologico. Lo sforzo dell’autore è invece quello di andare oltre la contrapposizione, per così dire, politica, per analizzare nel profondo la tematica dell’identità di genere e dei suoi disturbi, mettendo in evidenza le estreme conseguenze di alcuni tra approcci che vanno per la maggiore.
Operazione, questa, di grande valore visti anche i tentativi di derubricare la questione come inesistente, al fine di evitare ogni forma di dibattito. Nel libro è citata, infatti, un’inchiesta giornalistica che aveva come obiettivo quello di riaffermare «il diritto di opzione del proprio sesso, dimostrando l’incongruenza, la falsità e l’inutilità sociale dell’assegnazione dell’identità secondo le regole naturali», eppure la conclusione della cronista americana era la seguente: «La teoria gender non esiste, la rivoluzione sì». Con la pretesa, forse unica nella storia, di presentare una rivoluzione in atto come del tutto priva di spessore ideologico.
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