Il Mezzogiorno d’Italia presenta marcati caratteri di unitarietà e di peculiarità, non solo quale grande regione storica, ma anche geografica. S’intende riferirsi a quel minimo comune denominatore che, a dispetto degli innumerevoli elementi di disomogeneità (latitudine, clima, natura del suolo, rilievo ecc…), consente di considerare il Mezzogiorno continentale come una regione a sé, non solo nell’àmbito italiano, ma europeo e mediterraneo.
La varia e continua presenza di popoli, di dominazioni e dei più diversi influssi esterni nella realtà storica ed umana del Mezzogiorno – dai Greci ai Bizantini, dai Longobardi agli Arabi, dai Normanni agli Svevi, dagli Angioini agli Aragonesi, dagli Asburgo ai Borboni – costituisce infatti di persé una delle peculiarità più fortemente caratterizzanti della millenaria vicenda storica del Mezzogiorno. Lungi dall’essere un elemento riduttivo o addirittura negativo, come molto spesso è stato valutato, l’apertura del Mezzogiorno ai più vari apporti ha dato respiro mediterraneo ed europeo alla sua storia e ne ha arricchito culturalmente ed antropologicamente le strutture umane, facendone in una parola un autentico crogiuolo di civiltà.
SCHEDA AUTORE
Francesco Barra (Avellino, 13.XI.1947) è professore ordinario di Storia moderna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi diSalerno. Laureato in Lettere moderne presso l’Università di Napoli – dove è stato allievo di Pasquale Villani e Giuseppe Galasso – e specializzato inBibliografia e Archivistica presso la Scuola di perfezionamento dello stesso ateneo, dopo essere stato borsista dell’Istituto Sturzo di Roma sotto la guidadi Gabriele De Rosa, è stato dal 1974 al 1978 assistente ordinario di Storiamoderna presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Salerno, la cui cattedra era all’epoca tenuta da Augusto Placanica; dal 1978 al 1996 è statoprofessore associato di Storia del Mezzogiorno presso la stessa facoltà; dal1996 al 2000 è stato titolare, come professore associato, della cattedra diStoria contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia; con la qualificadi professore ordinario ricopre attualmente la cattedra di Storia Modernapresso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Salerno. Autore dinumerosi saggi e volumi. Fin dagli inizi dei suoi studi ha rivolto i propriprevalenti interessi di ricerca al Mediterraneo e al Mezzogiorno d’Italia nellacruciale fase di transizione tra il declino dell’ancien régime, la crisirivoluzionaria ed il periodo napoleonico. E’ autore di numerosi saggi e volumi.Tra le sue opere principali ricordiamo: Chiesa e società in Irpinia dall’unitàal fascismo, Roma 1978; Cronache del brigantaggio meridionale 1806-1815, Salerno-Catanzaro1981; l’edizione critica della Descrizione del Molise di Giuseppe M. Galanti,Napoli 1986; Il Mezzogiorno e le potenze europee nell’e-tà moderna, Milano1993; Il Mezzogiorno dei notabili. Carteggi politici e familiari dei Molinaridi Morra De Sanctis, Avellino 1997; Michele Pezza detto Fra’ Diavolo, Cava de’Tirreni 2000; Chiesa e società nel Mezzogiorno d’Italia, Avellino 2002; Ilbrigantaggio del Decennio francese (1806-1815). Studi e ricerche, vol. I,Salerno 2003; Il Mediterraneo tra ancien régime ed età napoleonica, vol. I,Avellino 2005; Il Decennio francese nel regno di Napoli. Studi e ricerche, vol.I, Salerno 2007, e vol, II, Salerno 2009; Pietro Paolo Parzanese. Una biografiapolitica, Avellino 2011; Capri “inglese” e napoleonica 1806-1815, Avellino 2011.