IL VESUVIO DI M. DI LEO E L’ERUZIONE DEL 1779

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Il volume, presentato da studiosi della levatura di Francesco Barra e Filippo Russo, illustra una stagione storica di fondamentale importanza attraverso la «brillante ricostruzione della complessa personalità intellettuale del Di Leo e quella del più ampio contesto, napoletano ed europeo, del dibattito scientifico del tempo, dedicando particolare risalto alle tematiche legate allo studio dei fenomeni del vulcanismo».

I versi del geopoeta Di Leo sono capaci, infatti, di fondere l’interesse naturalistico con la classicità dell’espressione poetica, in una felice sintesi delle principali tematiche che alla fine del Settecento dibatteva la respublica literaria europea; ad essa, le speculazioni di intellettuali irpini come il Di Leo furono in grado di apportare contributi per una più vasta circolazione delle idee, ispirati anche dalla presenza in situ di un monumento naturale come la Mefite: in effetti, la località irpina era inserita tra le tappe obbligate del Gran Tour, tanto da attrarre numerose personalità di spicco della cultura del tempo e di provenienza quanto mai varia.

«Ne risulta un saggio di grande interesse, sia storico che scientifico, come pure di notevole suggestione» (Barra), con il quale «l’Autore ci fa rivivere, attraverso i magnifici versi del poema del Canonico Di Leo, tutta l’esperienza di una eruzione vulcanica del Vesuvio, evocando scenari, talora drammatici, che a noi, per fortuna, sono ancora sconosciuti e che per il momento preferiamo solo immaginare» (Russo).