di Dario Rivarossa
Per offrire lo spaccato di un’epoca non è necessaria una biblioteca immensa come quella immaginata da Jorge Louis Borges. È “sufficiente” un migliaio di volumi, quanti sono quelli stampati nel Cinquecento e oggi presenti nella biblioteca del convento francescano de La Verna (Arezzo).. Della sezione cinquecentine, ora l’editrice Olschki ha reso disponibile – per la prima volta nella storia – il catalogo completo e dettagliatissimo.
Nella biblioteca della Verna compare un buon numero di libri che uscivano dalla tradizione consolidata, a volte perfino “pericolosi”. Ci sono il mistico nordico Enrico Suso, Origene, Pelagio, Giansenio, Erasmo da Rotterdam (che era l’autore più citato nell’Indice dei libri proibiti)… Ma è anche tutto un brulicare della vivace cultura del Rinascimento. Tanti i classici greci e latini, comprese le lettere di Cicerone pubblicate da Manuzio e un “manifesto” dell’Umanesimo, i Commentarii linguae Graecae di Guillaume Budé.
Tra le cinquecentine compaiono, come detto, alcuni volumi con il logo Manuzio, anche se non l’Aldo diventato leggenda, ma i suoi successori. Al padre della stampa europea di qualità è dedicato un altro libro Olschki, intitolato appunto Aldo Manuzio e la nascita dell’editoria. Come ogni leggenda, ha bisogno di sfrondature, come sottolineano gli autori dei saggi contenuti nel volume. Resta il fatto che uomini e donne del Cinquecento ci tenevano a farsi ritrarre con qualche classico “aldino” tra le mani. Perché?
L’articolo completo è disponibile sul numero 3 (2019) di “Riscontri”
La rivista è distribuita nelle librerie fisiche e in quelle online
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