di Milena Montanile
L’occasione della recente pubblicazione di un volume dedicato al Mattei è lo spunto per alcune osservazioni sulla statura intellettuale di questo singolare protagonista della scena letteraria e teatrale settecentesca. L’A. mette soprattutto in evidenza il significato che assume nella formazione intellettuale del Mattei il rapporto di stima e di amicizia col Metastasio, osservando in ultima analisi che molto si è fatto intorno al Mattei, ma ancora tanto resta da fare, soprattutto in relazione alla questione della corretta trasmissione dei testi.
L’articolo completo è disponibile sul numero 1- 2018 di “Riscontri”
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Milena Montanile, docente di Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Salerno, ha svolto la propria attività di ricerca intorno a più centri di interesse: la cultura umanistico-rinascimentale, soprattutto meridionale, il Settecento, in particolare l’area illuministico giacobina, l’Ottocento postunitario e il Novecento, privilegiando autori e questioni di letteratura controcorrente e di opposizione. Si è occupata a più riprese di scritture dell’io lavorando tra biografia e autobiografia (Scritture della memoria, Roma, Aracne 2012). Più recentemente, e sempre in ambito settecentesco, ha ricostruito l’avventura della ragione, lungo un percorso di ricerca che ha interessato l’orizzonte della lingua, il teatro, i diversi modi di comunicazione e di trasmissione in un secolo che registra un processo di straordinaria accelerazione sul versante del rinnovamento (L’avventura della ragione. Lingua, intellettuali e pubblico tra riforme e rivoluzione, Salerno 2014). Ha pubblicato tra l’altro saggi e studi su Galanti, Cesarotti, Padula, Morselli, Saba e Lagorio e Camilleri. E’ membro del Comitato scientifico della rivista “Sinestesie”, “Misure critiche”, “Rinascimento meridionale”, “Sinestesieonline”, responsabile di progetti FARB, e socia, fin dalla fondazione, della Società Italiana di Studi sul Secolo XVIII.