Ricerca, studio e tutela dei beni culturali, dimensione etico-politica nella vita di Gregorio Rubino



Titolo: Ricerca, studio e tutela dei beni culturali, dimensione etico-politica nella vita di Gregorio Rubino

Autrice: Giovanni Sasso

Abstract

Nel saggio si delineano elementi imprescindibili del profilo culturale di Gregorio E. Rubino, deceduto il 28 Maggio 2023. Già professore di Storia dell’Architettura presso la Federico II e di Archeologia industriale presso la facoltà di lettere del Suor Orsola Benincasa, specializzazione nella tutela e conservazione dei beni culturali, già socio fondatore e poi vicepresidente per un decennio dell’Associazione italiana per il patrimonio archeologico industriale (AIPAI), fu un pioniere nel settore dell’Archeologia Industriale. Egli ritenne che l’A.I. fosse un campo di studi aperto alla vasta problematica storica del mondo del lavoro, dell’economia, della sociologia, dell’architettura, dell’urbanistica e del restauro. Il saggio è quindi un “riscontro”, una sollecitazione alla rilettura, allo studio ed alla riflessione sulle idee di uno studioso profondamente legato al Sud in generale ed alla Calabria in particolare.

Gregorio Rubino è stato tenace come pubblicista, lo ha dimostrato come direttore responsabile del “Bollettino” quadrimestrale dell’Associazione per L’Archeologia industriale. Nonostante la solitudine e le difficoltà, ha dato lustro al fascicolo dal 1981 al 1994. È stato determinato come storico e ricercatore, divulgatore dell’idea degli ecomusei, della tutela e dell’utilità delle ferriere in Irpinia, della protoindustria. Queste qualità e la sua autonomia critica sono divenute, progressivamente, una dimensione etica, dalle prime opere nella collana Le città nella storia d’Italia, ai volumi quali Le fabbriche del Sud, 2004, Architetture e città, 2008, Michelangelo, ed infine nelle due edizioni, 2018 e 2020 de I Gesuiti ed il mistero del Gesù nuovo (a Napoli). Nonostante le due edizioni, Rubino avrebbe voluto sviluppare ancora le implicazioni “fascinose” di quest’ultima opera. Avvertiva un debito sincero nei confronti del grande Michelangelo denominato, scherzosamente, “MIKI” sulle sue cartelle d’archivio.

Fiducioso negli sviluppi della cultura, nonostante la Babele post-moderna, già nel 2011, nella prefazione alla terza edizione del volume Le fabbriche del Sud, scriveva: «non c’è alternativa alla solidarietà ed alla democrazia… il passaggio al terzo millennio sarà lungo e sofferto, […] se il futuro dell’occidente sarà la cultura, l’ambiente, il consumo intelligente del tempo libero, il nostro è certamente il paese più attrezzato».

Profilo biografico:

Giovanni Sasso, insegnante di Filosofia e Storia nei licei dal 1972 e Dirigente scolastico, prima per incarichi, quindi di ruolo dal 2004, è in pensione dal 01/09/2010; è esperto e formatore di CISL Scuola nel gruppo IRFED – IRSEF e nel gruppo della S.F.I. È Presidente della sez.ne di Avellino della Società Filosofica Italiana, con questo ruolo è stato coordinatore regionale per la Campania delle Olimpiadi della Filosofia, dal 2012 al 2020, oggi fa parte della commissione giudicatrice. 

Coautore del fascicolo illustrativo: 1932/33 – HOLODOMOR – cronaca e storia di un genocidio, Ed. Ambasciata dell’Ucraina in Italia (2018), di articoli pubblicati sul “Bollettino della S.F.I.” e di altri giornali.   

 

Acquista il numero per leggere l’articolo completo

In primo piano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *