di Carlo Crescitelli
Estate del 1973, città costiera di S. Emilio, giovane ribelle da anni in rotta con la famiglia, viene sistemato a pensione fuori casa nella speranza che si calmi e si trovi un lavoro. Quello che troverà invece, da autentico rubacuori cercaguai qual è, sarà una lunga serie di avventure con donne mature; così come quello che lascerà sarà la stessa identica serie di cuori infranti e delusi. Situazioni intriganti di sesso torrido a parte, quello che ci è piaciuto di più in “Prigioniero dei sogni” sono stati in realtà altri due aspetti. Il primo è lo sviluppo delle motivazioni, emozioni ed aspirazioni del protagonista, rese in modo interessante e realistico: Emilio si autodefinisce infatti più volte ”nato a metà di un secolo, a metà di un anno, a metà di un mese, a metà di un giorno” come se queste singolari peculiarità bastassero a predestinarlo a grandi cose nella vita, e proprio il fatto che lui ci creda così tanto effettivamente lo porta spesso a conseguire o sfiorare piccoli grandi successi. L’altro aspetto degno a nostro avviso di nota, forse quello più importante, è la suggestiva e curata ambientazione d’epoca: i primi anni Settanta. Ramona ha saputo orchestrare a sfondo della vicenda un vero revival della sua infanzia, declinando la nostalgia di quegli anni leggendari, delle loro mode e sensibilità, su un registro assolutamente personale, mai :gratuito o banale, perfettamente integrato al contesto narrativo. Ed è appunto per questo che “Prigioniero dei sogni” ci è piaciuto: perché astutamente non annuncia e promette da subito tutto quello che poi invece offrirà. Perciò, lasciatevi imprigionare anche voi, dalla magica rete di quella simpatica, irresistibile canaglia di Emilio. Se c’eravate, volerete con i ricordi; altrimenti, sarà un po’ come salire su una bellissima macchina del tempo con il quadrante settato cinquant’anni indietro.
L’articolo completo è disponibile sul numero 2 (2020) di “Riscontri”
Carlo Crescitelli è nato ad Avellino, Irpinia, dove oggi vive, e va oramai per i sessanta. Gli piacciono: la musica rock e la world music, il cinema, i viaggi al freddo e alla pioggia, la letteratura fantascientifica, fantastica e misteriosa in genere. Ma non solo queste cose, e non necessariamente in questo ordine. Un’altra cosa che gli piace è scrivere storie: ma forse ancor più gli piace leggerle e raccontarle. Sarà magari per questo che lo leggete qui, e che possiede tutti i romanzi di Emilio Salgari, e continua a mandare in giro il suo alter ego l’antiviaggiatore quando può.