Annerite scaglie – Il titolo della personale di Aulo Pedicini nasce dalle parole di un ultimo componimento dedicato all’Artista dal fratello, il poeta e critico d’arte napoletano Gerardo Pedicini recentemente scomparso. I versi, presentati in apertura del volume, ci conducono verso l’origine primordiale e alchemica del lavoro di scultura.
Nel catalogo come in mostra, la porzione più recente della ricerca di Pedicini è testimoniata dalla caleidoscopica moltitudine di interventi sulle scale di grigio in glossy paper e dalle numerose Trasposizioni di questi su tela e altri supporti.
«Tornano in esposizione – come descrive nel testo critico Generoso Bruno – le teche e le sculture di assemblaggio celebrate, al tempo, dall’incoraggiamento di Pierre Restany come “prospettiva aperta nell’avventura dell’oggetto” quando Pedicini, intervenendo sulla frazione di scarto prodotta dall’effimera opulenza della società dei consumi, indagava – alla maniera di un archeologo del tempo presente – la produzione di massa e il suo uso sociale».
Quando la tecnica del collage si apre all’intervento del colore e la superficie lucida è incisa, manipolata e messa in tensione dalla scrittura, dall’immagine e dalla materia, il volume, nutrendosi della medesima modalità immersiva degli allestimenti presentati al MANN, serve ad orientarci all’interno della produzione più recente, mentre, con l’allegorica surrealtà dei busti femminili in bronzo dove Pedicini prova a connettere l’Umano a più elevati piani dell’Esistenza, la pubblicazione contribuisce a rivelare ciò che resta della più intima missione dell’Artista.
Generoso Bruno è critico e curatore indipendente. Laureato in Storia e Critica d’Arte. Ha scritto, occupandosi di cinema e di arti visive su quotidiani e periodici a diffusione nazionale. Attualmente collabora con alcune riviste scientifiche e di settore. Ha scritto, tra gli altri, di Ken Loach, dei Fratelli Dardenne, di Ettore de Conciliis, di Paolo Cirio e di Lina Fucà. Per Aulo Pedicini, recentemente presso Spazio Vitale, ad Aversa, ha curato la mostra di As Salas do Desassossego (2022). Ad Avellino, invece, presso il Complesso monumentale dell’ex Carcere Borbonico ha lavorato alla cura di MEFITIS (2022) di Gennaro Vallifuoco. Tra i suoi scritti più significativi, ha pubblicato, per la mostra EtruSchifano (2018) presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (Roma), lo studio Mater Matuta: Riscoperta di un ciclo. Per l’Imago Museum (Pescara) nel catalogo Warhol / Schifano tra pop art e classicismo (2021) è autore del testo Schifano / Warhol. Approssimativamente e, per la mostra Joseph Beuys Facciamo presto! (2022), ha elaborato il saggio Ich glaube an Joseph Beuys [Io credo in Joseph Beuys]. Edito da Mimesis / Suor Orsola University Press, per la rivista in volume Cartografie Sociali – N°13 (2022) – ha pubblicato il saggio Con/Figurare il conflitto, appunti per una ricerca. Pittura e arti visive alla prova della lotta.