Nel secondo volume di “La Scuola e la ‘Questione Meridionale’ nel primo secolo dell’Unità nazionale” Paolo Saggese offre un’analisi storica dettagliata sull’evoluzione dell’istruzione nel Mezzogiorno d’Italia, tra il 1861 e il 1961, esplorando le sfide educative e sociali affrontate da Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Mettendo in luce il pensiero di figure come Francesco Saverio Nitti, Pasquale Villari, Jessie White Mario e Leonardo Sciascia, l’autore riflette inoltre sull’impatto della povertà e della criminalità organizzata sull’analfabetismo e sul ritardo educativo. Mentre sottolinea l’importanza della Scuola pubblica come strumento di riscatto sociale, il volume, con riferimenti a dati statistici e rapporti SVIMEZ, evidenzia anche come l’autonomia differenziata potrebbe aggravare le disuguaglianze regionali.
Un’opera essenziale per comprendere le radici storiche delle disparità educative nel Sud Italia e l’importanza di politiche educative mirate per il futuro del Mezzogiorno.
Paolo Saggese (Torella dei Lombardi, Av, 1967), dirigente scolastico, già docente di Letteratura latina presso la SICSI dell’Università di Salerno (2004-2008), già docente di Letteratura latina e greca nei Licei, già Responsabile culturale del Parco Letterario Francesco De Sanctis, Direttore scientifico del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, componente del Comitato scientifico del Centro di ricerca “Guido Dorso”, componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione “Sistema Irpinia”.
Intellettuale militante, critico letterario, formatosi all’Università di Firenze, dottore di ricerca in filologia greca e latina (1994-1996), studioso tra gli altri di Francesco De Sanctis, Antonio Gramsci, Rocco Scotellaro, Leonardo Sciascia, Pasquale Villari, Guido Dorso, Manlio Rossi-Doria, Giustino Fortunato, Carlo Levi, Umberto Zanotti-Bianco, Anna Lorenzetto, Alda Merini, Andrea Zanzotto, è autore o curatore di più di settanta volumi dedicati alla Letteratura latina e italiana, al pensiero meridionalista e alla storia irpina, di numerosi saggi e di un migliaio di interventi giornalistici.
Ha dedicato numerosi volumi, studi e interventi giornalistici alla “damnatio memoriae” della Letteratura meridionale. Grazie al suo impegno ventennale (e a quello del poeta Giuseppe Iuliano e di numerosi altri intellettuali) si è dato vigore al dibattito intorno alla Letteratura meridionale del ’900, che rischia di essere esclusa persino dallo studio nelle aule dei Licei.
È autore tra l’altro di tre fortunati romanzi sulla corruzione, Lettera a un Giudice e Il processo (Magenes Editoriale, Milano, 2015, 2017), di cui La ribellione rappresenta l’ultimo “capitolo” (Delta 3 edizioni, Grottaminarda, Av, 2020).
Tra gli ultimi suoi libri, Alle origini della questione meridionale. Pasquale Villari, Giustino Fortunato, Guido Dorso e il magistero di Francesco De Sanctis, Il Terebinto, 2019, e Antonio Gramsci il meridionale, con Giuseppe Iuliano, Il Terebinto, 2021. Ha curato, con Gianni Festa e Giuseppe Iuliano, il volume Irpinia 1980-2020. Memorie di un terremoto durato 40 anni (Delta 3 edizioni, 2020). Nel 2023, per i tipi del Terebinto, ha pubblicato il primo volume di La Scuola e la “Questione Meridionale” e curato, con Gianni Festa e Giuseppe Iuliano, il volume Gerardo Bianco. L’uomo, il meridionalista, lo studioso, il politico.