di Carlo Crescitelli
In semplice forma di diario, senza troppe preoccupazioni di dare un senso o un corso agli eventi, Anna Pasquini ci presenta con immediatezza e candore le cose com’erano, riviste e ripensate oggi ma senza giudicarle troppo. In piena coerenza con la missione editoriale educativa e realistica di Argento Vivo, ci comunica con efficacia la particolare atmosfera del periodo della vita in cui tutto deve ancora essere e forse sarà. Il risultato è quella dolcezza strana tipica dei teenagers, e ognuno di loro ci si affaccia sulla scena con tutti i suoi dubbi e i suoi sogni nel cassetto; l’autrice ce li presenta e ce li fa conoscere così, uno dopo l’altro, senza mediazioni o artifici. Come fa con i loro genitori e insegnanti, le cui vite, pur ad altri stadi e traguardi, hanno comunque un po’ lo stesso sapore salato; di consapevolezza, ferite e sconfitte tutte mischiate assieme, che ne fanno un po’ un po’ amici o sostegni, un po’ feticci da abbattere. In un’età in cui basta poco a riuscire o fallire, gli sbagli ti pesano, i rimpianti già scottano, il giudizio dei grandi e dei tuoi coetanei ti può bruciare addosso, e dipende molto da te spegnere le fiamme e il dolore. Noi siamo grati ad Anna per queste delicatezze e profondità, che ci accompagnano nel ripensare e capire che la vita è amara, e che il mito della bella gioventù sta certamente nel suo ricordo, non nel complicato presente in cui la si vive. Perché le cose cambiano col tempo: se guardiamo al mondo con altri occhi, senza rinnegare il passato, ma recuperandolo nel modo migliore. Anna Pasquini lo sa, come vanno queste cose, e ce lo lascia capire sottovoce, che non siamo mai soli; ed è questa la lezione più preziosa che scaturisce dalle sue pagine.