Scheda: FUNGOSITÀ DA YUGGOTH
Autore: Howard Phillips Lovecraft
Curatore: Dario Rivarossa
Collana: Gli altri Classici n. 1
Pagine: 164
Formato: 14×22
Anno: 2023
Prezzo di copertina: 15,00
ISBN: 9788831340687
Nella riscoperta quasi compulsiva, sempre più estesa, a volte anche arbitraria e disinformata, di cui Howard Phillips Lovecraft (1890-1937) gode da ormai qualche decennio, sono rimaste un po’ in sordina le sue poesie. Si tratta di 36 sonetti, scritti con tutti i crismi, ossia in 14 versi con la metrica e le rime, a volte baciate e a volte alternate. Il titolo della raccolta è totalmente lovecraftiano: Fungi from Yuggoth. Questa edizione offre i testi originali inglesi accanto a una traduzione in versi liberi, accompagnata da un breve commento. In Fungi c’è l’anima di Lovecraft. Composta quando già avevano già preso vita i «miti di Cthulhu», tra il 1929 e il 1930, questa raccolta di poesie presenta situazioni che gli appassionati di HPL conoscono bene. Nei 36 sonetti «da Yuggoth» si intrecciano tre livelli: i romantici paesaggi del New England, paesaggi orientali da Mille e una notte, e paesaggi cosmici tra l’affascinante e l’inquietante. Le atmosfere sono crepuscolari, oniriche, incerte, dato che i tre tipi di paesaggio tendono a sovrapporsi e fondersi, e sfumano l’uno nell’altro anche i diversi sentimenti: ammirazione, desiderio, nostalgia, ironia, inquietudine, terrore.
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Chi è Dario Rivarossa e perché ha deciso di iniziare a scrivere?
Dario Rivarossa purtroppo non “è” ancora, però sta lavorando per diventarlo. Si spera entro l’anno. La scrittura è una passione da sempre, da almeno il tempo delle scuole medie. In realtà non è neppure una decisione, è un impulso. Tuttavia da vari mesi mi sto buttando su quella che è la mia passione ancora più radicale, l’arte in tutte le sue forme: disegno, pittura, scultura, elaborazione digitale, creazione tramite A.I. Pure il canto, facendo parte di un coro. E la recitazione, quando capita.
Quali sono i generi letterari che ti hanno influenzato?
Ai tempi del liceo avevo individuato una triade di riferimento: Dante, Primo Levi, Samuel Beckett. I gusti sono in parte cambiati, però i temi di fondo restano sostanzialmente questi. Anzi, con il tempo hanno trovato il loro punto di sintesi, che è la cultura barocca. Il nickname con cui compaio sui social, “ilTassista Marino” rende appunto omaggio ai due grandi poeti di fine Cinquecento / inizio Seicento, Torquato Tasso e Giambattista Marino. Un autore il cui fascino non è mai venuto meno è comunque Lovecraft.
Come è nata l’idea di collaborare scrivendo sulla rivista Riscontri?
Semplicemente perché le edizioni Il Terebinto, a cui fa capo anche “Riscontri”, avevano pubblicato il mio romanzo Il Divino Sequel. A distanza di parecchi anni non ricordo se l’idea di collaborare alla rivista partì da me o dal direttore, Ettore Barra, però l’argomento del primo articolo fu, guarda caso, Giambattista Marino.
La passione per un genere spesso ci porta a gettarci a capofitto nella storia di un autore provando ad esplorare la sua mente. Con il volume FUNGOSITÀ DA YUGGOTH – FUNGI FROM YUGGOTH ti sei addentrato nella scrittura e nella genialità di Howard Phillips Lovecraft. Quanto e se è stato difficile vivere questa esperienza…
Difficile in senso tecnico, in realtà no, perché questa traduzione arriva dopo decenni di frequentazioni lovecraftiane. Il linguaggio dei sonetti, poi, è abbastanza lineare e immediato: sono i contenuti a fare la differenza rispetto a… il dolce stil novo!
Le poesie, i 36 sonetti di Lovecraft, nel tuo libro sono accompagnati da un breve commento. Un modo per aiutare i lettori?
Sono rivolti al pubblico genericista. Per i “nerd” di Lovecraft, tutte cose più o meno già note. Però mi sembrava importante rendere fruibile questo grande autore anche al pubblico italiano che normalmente non legge opere di horror cosmico vintage. I commenti hanno superato positivamente il crash test con… mia madre, che li ha letti prima delle poesie, e ha ringraziato per l’utilità.
Atmosfere crepuscolari, oniriche, l’incertezza in cui vivono spesso i protagonisti, il mistero, il senso del terrore percepito: sono tutte caratteristiche che ti affascinano anche nella tua scrittura?
In parte, nel senso che nei miei testi scritti viro verso il Surrealismo, non l’horror classico. Incertezza e terrore in compenso sono ingredienti dell’esistenza…
Gianluca Amatucci
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