di Dario Rivarossa
Meglio combattere il male con l’alabarda spaziale o con la luce della fede? È stata recentemente rilanciata nelle librerie italiane la Divina Commedia a fumetti di Go Nagai, in volume cartonato. L’autore è diventato un cult in Italia grazie ai cartoni animati di Goldrake, Mazinga, ecc. La versione manga del poema dantesco risale al 1994; uscita inizialmente in tre albetti, ora è disponibile in volume unico, e in un formato (17 x 24 cm) che esalta molto di più la potenza delle immagini.
Già, ma Go Nagai da dove trae la sua familiarità con il Sommo Poeta? Ce l’ha fin da ragazzino, tramite una versione del poema con le illustrazioni di Gustave Doré. Ne rimarrà folgorato. Gran parte dei suoi fumetti, in particolare Devilman e Mao Dante, mostrano forti richiami al cristianesimo “filtrato” da Doré, non solo nelle incisioni per la Divina Commedia (1861) ma anche in quelle per il Paradiso perduto di John Milton (1866). Un cristianesimo fatto letteralmente di luci e di ombre; uno scontro totale, cosmico, infinito tra angeli e demoni.
In questo saggio viene esaminato momento per momento il Paradiso, per due motivi: 1) perché qui Nagai porta alle estreme conseguenze il suo metodo personale di interpretazione della Commedia, e 2) perché si tratta della cantica più negletta e bistrattata, quindi sarà particolarmente interessante riscoprirla in modo innovativo.
L’articolo completo è disponibile sul numero 3 (2019) di “Riscontri”
La rivista è distribuita nelle librerie fisiche e in quelle online
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